Xiaomi facilita il blocco remoto del telefono in paesi vietati come Cuba, Siria e Iran
Recentemente è stato riferito che Xiaomi ha iniziato a bloccare casualmente a bloccare i telefoni senza preavviso che sono stati utilizzati in paesi e regioni vietate: Crimea (regione dell'Ucraina), Cuba, Iran, Corea del Nord, Sudan e Siria. Non sorprende che la notizia abbia causato un certo furore tra i fan, dato che Xiaomi e Redmi sono marchi popolari in molte di queste aree, con severe sanzioni economiche che lasciano opzioni molto limitate per gli utenti di smartphone. Xiaomi ha ora dichiarato che il blocco remoto dei telefoni era una misura temporanea come parte di un'indagine sul contrabbando e sugli affari illeciti del mercato grigio.
In una dichiarazione pubblicata dal Global TimesXiaomi ha affermato che "non stava prendendo di mira nessun mercato specifico" e che il blocco remoto dei telefoni Xiaomi, Redmi e POCO è avvenuto come risposta alle pratiche potenzialmente dannose del mercato grigio. Xiaomi apparentemente voleva proteggere i dati degli utenti e i diritti dei consumatori non permettendo a quegli stessi utenti "protetti" di utilizzare i loro smartphone. Tuttavia, per coloro che sono stati colpiti dal blocco remoto del telefono, ci sono buone notizie, con Xiaomi che dice anche: "L'indagine ha raggiunto risultati significativi, e i dispositivi interessati possono essere sbloccati ora".
Gli utenti con telefoni Xiaomi bloccati devono semplicemente attivare una connessione Wi-Fi per sbloccare il loro dispositivo. Mentre Xiaomi ha cercato di mettere una certa distanza tra sé e questo problema controverso, sostenendo che il blocco del telefono era solo temporaneo e parte di un'indagine contro coloro che praticano il contrabbando del mercato grigio per vivere, si può anche presumere che l'OEM cinese è andato in modalità di controllo dei danni e ha voluto rapidamente spegnere un fuoco crescente prima che gli sfuggisse di mano. Secondo StatisticaXiaomi è attualmente il secondo marchio di smartphone più popolare a Cuba (18% di share) e in Iran (15,8%), mentre è il terzo marchio più popolare in Siria (8,3%)
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