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Un display per tutto: touchscreen, cella solare, sensore di impronte digitali, monitor della frequenza cardiaca

Il prototipo funziona, ma c'è ancora spazio per i miglioramenti. (Immagine: Nature Electronics)
Il prototipo funziona, ma c'è ancora spazio per i miglioramenti. (Immagine: Nature Electronics)
QLED, OLED, ora PeLED. I nuovi pixel non promettono una migliore qualità dell'immagine, ma una soluzione a tutto tondo per i dispositivi intelligenti e mobili. Il principio funzionale è sorprendentemente semplice, ma rende superflui numerosi sensori.

Un LED converte l'elettricità in luce. Una cella solare va nella direzione opposta. La luce incidente viene convertita in elettricità. In parole povere, sono due facce della stessa medaglia.

È proprio questo fatto che i ricercatori della Linköping University in Svezia stanno sfruttando per sviluppare il coltellino svizzero dei display. Perché quando la luce può essere emessa e catturata, ci sono innumerevoli altre applicazioni possibili.

Fondamentalmente, il display consiste in celle auto-illuminanti come un display OLED. Queste utilizzano cristalli di perovskite, da cui deriva il nome PeLED. Anche le moderne celle solari, sebbene ancora in fase di sviluppo, utilizzano questo materiale grazie alla sua elevata efficienza e trasmissione della luce.

Può convertire la luce in elettricità ad un livello elevato, ma può anche essere utilizzato come LED verde, blu e rosso per visualizzare i contenuti su uno schermo come di consueto.

Poiché per ogni singolo LED è disponibile l'informazione su se e quanta elettricità viene convertita dalla luce, l'intero display agisce come un sensore ambientale e i singoli LED imitano la sensibilità tattile di un touchscreen.

Sebbene le celle non siano realmente sensibili al tocco, sono in grado di riconoscere le differenze più sottili anche in presenza di una luce ambientale debole o persino attraverso la luce emessa dal dispositivo stesso. Ciò significa che ogni area attualmente coperta da un dito può essere assegnata con precisione e il controllo funziona proprio come su un moderno smartphone.

Inoltre, la tecnologia può essere utilizzata anche per riconoscere le impronte digitali grazie alla risoluzione fine, in modo da includere anche lo sblocco biometrico. E poiché i LED multifunzione sviluppati possono anche emettere luce infrarossa, è possibile misurare anche le pulsazioni del polso.

Ciò significa che uno smartwatch dotato di questo display, attualmente disponibile solo come prototipo, potrebbe essere progettato in modo completamente diverso. In particolare, non è più necessaria un'intera gamma di sensori, in quanto lo schermo si fa carico di quasi tutti i compiti. Inoltre, è possibile ridurre l'inconveniente della ricarica, perché l'energia supplementare viene ricavata dalla luce ambientale.

Almeno in teoria, il principio sembra essere troppo perfetto per i dispositivi mobili. Ora i ricercatori devono solo incorporare qualcosa con l'AI e il successo è assicurato.

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Mario Petzold, 2024-05- 2 (Update: 2024-05- 2)