La massiccia fuga di file di Tesla potrebbe portare a una multa di 3,5 miliardi di dollari, mentre saltano fuori segreti di produzione e 4.000 reclami per l'Autopilot difettoso
Dopo che questa settimana l'UE ha multato Facebook per 1,3 miliardi di dollari per aver violato le norme GDPR, ora potrebbe addebitare a Tesla il 4% del suo fatturato annuale in un caso simile di violazione della privacy. Si tratterebbe di circa 3,5 miliardi di dollari per quelli che Handelsblatt chiama i "Tesla Files", in quanto comprendono 100 GB di dati riservati consegnati da un informatore che gli avvocati di Tesla sostengono essere un "ex dipendente scontento" che potrebbero aver identificato.
A quanto pare, un "tecnico dell'assistenza" di Tesla ha usato il suo accesso alla rete intranet dell'azienda per recuperare tutte le informazioni interne su cui poteva mettere le mani. Queste includono informazioni private di clienti e dipendenti, come numeri di telefono e di previdenza sociale, indirizzi, dettagli di conti bancari e persino stipendi.
Anche l'SSN di Elon Musk è stato incluso nel set di dati dei Tesla Files, insieme a informazioni sensibili sulla produzione e a più di 4.000 reclami contro il software di assistenza alla guida Autopilot per frenate fantasma o accelerazioni improvvise "Il mio Autopilot mi ha quasi ucciso", si legge in una di queste missive, e nell'insieme la violazione lascia presagire "problemi tecnici più gravi di quanto si pensasse", afferma Handelsblatt.
Il tecnico Tesla che ha fatto la "soffiata" potrebbe aver voluto dimostrare quanto la casa automobilistica possa essere negligente con i dati privati. Probabilmente si trattava anche di un dipendente di Giga Berlin, dato che il responsabile della protezione dei dati del Brandeburgo, Dagmar Hartge, ha dichiarato che l'ufficio ha trasmesso il caso alle rispettive autorità olandesi, dato che è lì che si trova la sede europea di Tesla.
La Germania, dove probabilmente si è verificata la violazione, ha una delle leggi più severe in materia di protezione dei dati e i suoi cittadini sono molto attenti alla privacy, con numerose salvaguardie in atto quando si tratta di informazioni personali. Alla fine, il modo in cui Tesla archivia tali dati potrebbe essere sembrato piuttosto disinvolto al "tecnico di servizio" di Giga Berlin, che alla fine li ha divulgati alla stampa locale in una mossa che Tesla definisce "furto di dati".
L'ente olandese per la tutela della privacy si è limitato a commentare di essere "a conoscenza della storia dell'Handelsblatt" e di stare "esaminando la questione"; ora avrà qualche settimana per decidere se intentare una causa contro Tesla per violazione delle norme GDPR dell'UE e perseguire la multa standard del 4% del fatturato annuo che ciò comporta.
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