L'impennata dei brevetti sui semiconduttori in Cina: una crescita del 42% in mezzo alle sanzioni statunitensi

La Cina ha superato gli Stati Uniti nella corsa ai brevetti dei semiconduttori, nonostante debba affrontare sfide difficili nel suo settore della microelettronica. Lo studio legale sulla proprietà intellettuale Mathys & Squire ha mostrato che le richieste di brevetti globali sui semiconduttori sono aumentate del 22 percento da marzo 2023 a marzo 2024, raggiungendo quota 80.892. Gran parte di questa crescita proviene dalla Cina, che ha registrato un enorme aumento del 42% dei depositi, passando da 32.840 a 46.591.

Dall'altro lato, gli Stati Uniti hanno registrato un aumento minore, con un incremento delle domande di brevetto di appena il 9 percento, da 19.507 a 21.269. Questi numeri corrispondono ai dati dell'Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, che di solito mostrano che le aziende cinesi depositano i brevetti più velocemente dei loro rivali statunitensi.

Gli esperti ritengono che il boom di brevetti della Cina sia una reazione alle restrizioni degli Stati Uniti sulle esportazioni di semiconduttori e faccia parte della sua spinta a potenziare lo sviluppo tecnologico. Tuttavia, l'industria cinese dei chip non ha avuto vita facile da quando gli Stati Uniti hanno iniziato a imporre sanzioni nel 2019 e 2020.

Da allora, oltre 22.000 aziende cinesi che si occupano di chip hanno chiuso i battenti e il 2023 è stato l'anno peggiore, con un record di 10.900 aziende che hanno perso la loro registrazione, quasi il doppio rispetto alle 5.746 chiusure dell'anno precedente. Ciò significa che una media di 30 aziende cinesi di chip ha chiuso ogni giorno lo scorso anno.

Mentre la competizione tra Stati Uniti e Cina si riscalda per quanto riguarda i brevetti dei semiconduttori, con il boom della tecnologia AI e l'aumento della spesa per la R&S, la grande domanda è se il numero crescente di brevetti della Cina porterà a una microelettronica più all'avanguardia a livello globale.