L'ente federale tedesco per la sicurezza informatica non riesce a trovare alcuna prova della censura integrata nei telefoni Xiaomi
L'autorità federale tedesca per la sicurezza informatica, nota anche come BSI, ha concluso la sua indagine su Xiaomi. L'indagine della BSI è stata avviata lo scorso settembre quando la Lituania ha accusato Xiaomi di aver censurato alcune parole come "Free Tibet" dai suoi smartphone. A seguito dell'accusa, la BSI ha iniziato un'indagine formale sulla questione chiamandola "indagine tecnica". All'epoca, BSI non ha dato altri dettagli sulla natura dell'inchiesta.
Ora, la BSI ha dichiarato di non aver trovato alcuna prova di censura da parte di Xiaomi. Secondo il portavoce dell'agenzia, "la BSI non è stata in grado di identificare alcuna anomalia che richieda ulteriori indagini o altre misure"
La mossa di indagare su Xiaomi riflette il comportamento sempre più cauto della Germania nei confronti delle aziende cinesi a causa dei problemi di sicurezza. Dopo il divieto degli Stati Uniti su Huawei, anche la Germania era sotto pressione per vietare Huawei e non permettere all'azienda di costruire la sua infrastruttura 5G. Tuttavia, la Germania ha permesso all'azienda di costruire la sua infrastruttura 5G, ma solo dopo che l'azienda cinese ha garantito che non ci sarebbero state violazioni della sicurezza.
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