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Il nuovo dispositivo di memoria funziona a temperature estreme, superiori a 1.100 gradi centigradi

La scoperta della memoria ad altissima temperatura consente all'elettronica di funzionare in ambienti estremi (Fonte: Samsung)
La scoperta della memoria ad altissima temperatura consente all'elettronica di funzionare in ambienti estremi (Fonte: Samsung)
Gli scienziati hanno creato un nuovo dispositivo di memoria che funziona a temperature superiori a 1.100°F - ben oltre gli attuali limiti del silicio. Utilizzando ioni di ossigeno al posto degli elettroni, questa innovazione potrebbe rivoluzionare l'elettronica in ambienti estremi, dai reattori di fusione ai motori a reazione.

Gli ingegneri dell'Università del Michigan hanno sviluppato https://techxplore.com/news/2024-12-battery-memory-1000f.html un nuovo tipo di memoria a stato solido che può memorizzare e riscrivere dati a temperature superiori a 1.100°F (600°C), più calde della superficie di Venere.

Questo nuovo dispositivo è diverso dalla tipica memoria basata sul silicio, che funziona solo al di sotto dei 300°F (150°C). Utilizza ioni di ossigeno per spostare i dati, invece di affidarsi al flusso di elettroni. Questo potrebbe rendere possibile la costruzione di elettronica per ambienti estremi, come i reattori a fusione, i motori a reazione e i pozzi geotermici.

Yiyang Li, professore assistente di scienza dei materiali e ingegneria e autore senior dello studio, ha detto: "Potrebbe consentire dispositivi elettronici per applicazioni ad alta temperatura che non esistevano prima" Come funziona:

  • Il dispositivo sposta gli atomi di ossigeno caricati negativamente tra due strati: un semiconduttore (ossido di tantalio) e un metallo (tantalio), utilizzando una barriera elettrolitica solida.
  • Tre elettrodi di platino controllano il movimento dell'ossigeno, in modo simile a come una batteria si carica e si scarica.
  • Il contenuto di ossigeno nell'ossido di tantalio determina se è un isolante o un conduttore, consentendogli di passare tra due stati di tensione (0s e 1s).

Il dispositivo ha bisogno di temperature superiori a 500°F (250°C) per scrivere i dati. Tuttavia, i ricercatori pensano che un riscaldatore potrebbe essere utile per i dispositivi che operano in ambienti più freddi. Attualmente, il dispositivo memorizza solo un bit, ma il team ritiene che potrebbe contenere molto di più, come megabyte o gigabyte, con un ulteriore lavoro.

Questa scoperta potrebbe essere particolarmente utile per l'AI in ambienti estremi. Alec Talin, scienziato senior presso i Sandia National Laboratories, ha sottolineato: "C'è molto interesse nell'usare l'AI per migliorare il monitoraggio in questi ambienti estremi, ma richiedono chip di processori robusti che funzionano con molta energia, e molti di questi ambienti estremi hanno anche budget energetici severi"

Abilitando l'elaborazione in-memory, questa tecnologia potrebbe elaborare i dati prima di inviarli ai chip AI, risparmiando energia in condizioni difficili.

Fonte(i)

TechXplore (in inglese)

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Nathan Ali, 2024-12-11 (Update: 2024-12-11)