Il Giappone impegna 65 miliardi di dollari per il rilancio dell'industria nazionale dei semiconduttori
Il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba ha appena presentato un piano un piano da 10.000 miliardi di yen (circa 65 miliardi di dollari) per rivitalizzare l'industria giapponese dei semiconduttori e dell'AI. Questo massiccio piano di investimenti, che sarà presentato al Parlamento, mira a incrementare la produzione locale di chip entro il 2030.
Una grande attenzione del piano è rivolta a Rapidus, il progetto di produzione di chip emergente in Giappone, insieme ad altre aziende che producono semiconduttori AI. Rapidus è stato avviato nel 2022 con il sostegno del Governo e di otto grandi aziende e mira a iniziare la produzione di massa di chip a 2 nanometri entro il 2027 a Hokkaido. Per realizzarlo, ha stretto una partnership con IBM e il gruppo di ricerca belga Imec.
Il Governo prevede un impatto economico significativo, sperando di ottenere circa 160.000 miliardi di yen (circa 1.000 miliardi di dollari) in guadagni finanziari. L'obiettivo è di vedere circa 50.000 miliardi di yen (322 milioni di dollari) di investimenti pubblici e privati combinati nello sviluppo dei semiconduttori nei prossimi 10 anni.
È interessante notare che Ishiba ha sottolineato che per finanziare tutto questo, si sta evitando di utilizzare obbligazioni che coprono il deficit. Anche se non è entrato nei dettagli sulla provenienza del denaro, è chiaro che si sta facendo un passo avanti rispetto ai precedenti 2.000 miliardi di yen (12,9 miliardi di dollari) investiti dal Giappone nell'industria dei semiconduttori, segnalando un grande balzo in avanti nell'impegno del Paese a conquistare un posto di primo piano nell'industria globale dei chip.
Questa mossa arriva mentre i Paesi di tutto il mondo si affannano a costruire catene di approvvigionamento più solide dopo le recenti interruzioni del mercato e le continue tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. L'intero pacchetto economico, con queste misure per i semiconduttori, sarà sottoposto all'approvazione del Consiglio dei Ministri il 22 novembre. Si tratta della mossa più audace del Giappone da decenni a questa parte, per cercare di reclamare il suo posto di leader nella produzione di chip avanzati, che si rifà al suo dominio nel settore durante gli anni '80 e '90.
Fonte(i)
Reuters (in inglese)
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