AMD ha delineato i piani per l'integrazione delle IPU AI XDNA nell'intero portafoglio di processori
In una recente intervista a PCWorld, David McAfee - DVP & GM of Client Channel Business di AMD ha illustrato i piani del Team Red per espandere l'integrazione delle unità di elaborazione dell'inferenza AI basate su Xilinxnei prossimi processori per dispositivi mobili, desktop e persino server. Al momento, solo il "Phoenix" Ryzen 7040U e 7040HS ma AMD sta valutando attentamente quali altre classi di processori potrebbero sfruttare l'hardware AI.
Per processori mobiliil carico di lavoro dell'IPU si concentrerebbe, ad esempio, su funzioni di videocomunicazione come il mantenimento dell'attenzione sull'interlocutore, il mantenimento del contatto visivo e la fornitura di effetti di sottofondo di alta qualità, nonché la traduzione vocale quando necessario. Per desktop di gioco costruiti con un occhio di riguardo alle prestazioni, le IPU migliorerebbero la tecnologia "SenseMI" esistente, regolando le velocità di clock della CPU tramite Precision BoostmXFR e Smart Prefetch in modo più efficiente. HPC Threadrippere server-grade EPYC potrebbero anche integrare le IPU, rendendo più semplice l'addestramento dell'IA, ma CPU così potenti non beneficerebbero necessariamente dell'IA in altro modo.
Tuttavia, i costi di integrazione e il valore complessivo apportato ai processori per desktop e server non sono ancora giustificati. Anche se le IPU di tipo mobile sono più facili da implementare grazie alla loro superiore efficienza energetica, AMD deve vedere un beneficio "più concreto" per l'utente finale prima di aggiungere l'IA a soluzioni di fascia bassa.
L'integrazione dell'IA in tutte le classi di processori dipenderà quindi dai progressi del software. Per il momento, gran parte del clamore suscitato dall'IA ruota attorno a modelli linguistici e modelli generativi (text-to-image ecc.) e questi non necessitano realmente di un'inferenza basata sulla CPU, poiché i modelli sono per lo più addestrati nel cloud con potenti GPU. Dobbiamo prima vedere implementazioni più pratiche, come l'integrazione a livello di sistema operativo di cui si vocifera per il prossimo Windows 12.
A questo proposito, McAffe conclude stimando che "nei prossimi tre anni, il software e l'esperienza dell'utente dovranno fornire questo valore, e spostare questa tecnologia da una tecnologia davvero entusiasmante, sai, una sorta di tecnologia emergente che si sta appena facendo strada nella conversazione sui PC, a qualcosa che potenzialmente è piuttosto trasformativo per il modo in cui pensiamo alle prestazioni, ai dispositivi e al modo in cui li usiamo"
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